Inflazione e reddito: quanto rimane in tasca agli italiani?

L’andamento economico italiano deve affrontare una sfida difficile: sebbene i dati nominali indichino un aumento del reddito medio delle famiglie da poco più di 38.300 euro nel 2019 a oltre 43.800 euro nel 2023, la realtà potrebbe essere ben diversa. La corsa dell’inflazione ha reso questo incremento di oltre 5.500 euro puramente illusorio, causando una perdita complessiva netta di oltre 6 miliardi di euro rispetto ai livelli pre-pandemia.

Questa amara constatazione emerge da un’analisi approfondita dei redditi familiari condotta da CER e Ufficio Economico Confesercenti, basata sui dati Istat e a quattro anni dall’inizio del lockdown a marzo 2020.

La crescita solo apparente del reddito medio 

La crescita apparente del reddito medio da lavoro autonomo, che ha superato i 43.600 euro nel 2023, e l’aumento dei redditi derivati da altre fonti, come patrimoni e rendite finanziarie, non riescono a bilanciare l’erosione del reddito da lavoro dipendente. QUest’ultimo ha infatti registrato un modesto aumento di soli 180 euro in termini reali.

Valle d’Aosta e Lombardia “scavalcano” l’inflazione

Il panorama regionale presenta disparità significative. Ci sono alcune regioni del Nord, come la Valle d’Aosta e la Lombardia, che riescono a superare l’inflazione e mostrano un aumento del reddito medio reale, mentre la maggior parte del paese si trova in una situazione di regresso economico.

La Calabria si trova in una posizione critica, con un reddito medio reale delle famiglie nel 2023 sotto i 29.000 euro annui. SI tratta di una distanza siderale rispetto gli oltre 47.000 euro registrati nella provincia di Bolzano.

L’andamento dell’occupazione

Un’analisi più approfondita rivela che arrivano segnali positivi sul fronte dell’occupazione. Nei quattro anni presi in esame, infatti,  c’è stato un incremento netto di quasi 394.000 occupati. Tuttavia, le dinamiche occupazionali variano notevolmente a livello regionale, con la Puglia in testa per la maggiore crescita, mentre quattro regioni, tra cui la Sardegna e la Calabria, sperimentano un declino occupazionale.

Il reddito reale è un parametro cruciale per valutare l’economia

Confesercenti sottolinea l’importanza di considerare i livelli di reddito “reali” come indicatore cruciale per valutare la salute economica e il benessere complessivo. Per affrontare la sfida dell’inflazione, propone interventi fiscali mirati, tra cui una riduzione permanente del cuneo contributivo e una riforma fiscale accelerata, al fine di sostenere i redditi delle famiglie e stimolare i consumi.

Questi interventi sono visti come essenziali per contrastare la perdita di potere d’acquisto dovuta all’attuale inflazione globale e per promuovere una vera ripresa economica a lungo termine.

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Italia e ambiente, bene ma non benissimo: in quali ambiti si può fare di più?

Il nostro paese sta “lavorando” bene in fatto di ambiente. L’Italia si inserisce nei parametri degli obiettivi europei di sviluppo sostenibile per la produzione di energia da fonti rinnovabili, registra progressi nella raccolta differenziata dei rifiuti e riduce lo smaltimento in discarica. Il quadro nazionale è stato delineato nel quarto “Rapporto Ambiente” di Snpa, presentato recentemente in presenza del Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica.

L’analisi, suddivisa in 21 punti, fornisce una panoramica dello stato ambientale dell’Italia, evidenziando le tendenze positive e i settori che richiedono invece ulteriori attenzioni.

Positivo l’aumento dell’utilizzo delle rinnovabili

Un aspetto positivo riguarda l’utilizzo delle energie rinnovabili, che nel periodo 2004-2020 ha registrato un aumento significativo, passando dal 6,3% del 2004 al 20,4% nel 2020 e superando l’obiettivo del 17% assegnato all’Italia. Tuttavia, si segnala una lieve flessione al 19% nel 2021. Buoni risultati anche per l’agricoltura biologica, con l’obiettivo di destinare il 25% dei terreni agricoli a questa pratica entro il 2027.

Cresce il ricorso alla raccolta differenziata

Un altro parametro positivo si riferisce alla raccolta differenziata. Questa tendenza continua a crescere, raggiungendo il 65% a livello nazionale nel 2022, con l’organico che rappresenta la frazione più raccolta (38,3% del totale). La quantità di rifiuti smaltiti in discarica è in costante diminuzione, passando dal 63,1% nel 2002 al 17,8% nel 2022, con 117 discariche operative.

Qualità dell’aria, occorrono ulteriori sforzi 

Per quanto riguarda la qualità dell’aria, si conferma la tendenza decrescente del particolato Pm2,5 negli ultimi 10 anni, risultato della riduzione delle emissioni di particolato primario e dei principali precursori del secondario. Tuttavia, la quasi totalità delle stazioni di monitoraggio supera il valore di riferimento annuale dell’OMS.

Le emissioni di gas serra si riducono rispetto al 1990 (-20%), ma occorrono ulteriori sforzi per raggiungere gli obiettivi al 2030. In particolare, dopo lo stop registrato nel periodo pandemico, c’è stato un forte incremento dell’8,5% nel 2021 rispetto all’anno precedente.

Negativi i valori sul consumo di suolo

Il consumo di suolo, riferisce Askanews, segna purtroppo un trend negativo. E’ infatti aumentato di oltre 120 mila ettari in Italia dal 2006 al 2022. Nell’ultimo anno, il consumo di suolo netto registrato in Italia è stato in media, oltre 21 ettari al giorno pari a 2,4 m2 al secondo. Inoltre, l’incidenza del turismo sui rifiuti urbani mostra variazioni altalenanti dal 2006 al 2021, con un incremento negli ultimi anni. Il quadro complessivo è positivo, ma richiede impegno costante per affrontare le sfide ambientali.

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Perchè cinque milioni di italiani pensano che l’IA sia una minaccia?

Cosa pensano gli italiani dell’Intelligenza Artificiale? Questo argomento è particolarmente interessante, perchè si parla sempre più spesso delle nuove tecnologie, anche con toni allarmistici. In effetti, l’IA è percepita come una minaccia da una larga fetta della popolazione, che crede che sia potenzialmente “pericolosa”. Da un’indagine commissionata da Facile.it agli istituti di ricerca mUp Research e Norstat si scopre infatti  che quasi 5 milioni di persone in Italia considerano l’intelligenza artificiale (AI) una minaccia. 

Opportunità? In molti non lo credono

Lo studio, condotto su un campione rappresentativo della popolazione, evidenzia che tra i più giovani c’è una prevalenza dell’idea che l’AI possa essere un’opportunità. A livello nazionale, il 34,5% vede vantaggi nell’utilizzo dell’IA, percentuale che sale al 40,4% tra i 25-34enni e addirittura al 53,5% nella fascia 18-24 anni. Tuttavia, all’aumentare dell’età, crescono i dubbi, con l’18% degli intervistati oltre i 55 anni che considera l’IA solo come una minaccia.

Le paure legate alle nuove tecnologie

Quanto ai rischi legati all’IA, il 52,6% teme che possa essere sfruttata da malviventi per azioni fraudolente, mentre il 39,6% pensa che possa diventare incontrollabile. Il 39% si dice preoccupato per l’invadenza di contenuti falsi online generati dall’IA, e oltre 5,6 milioni temono la perdita del lavoro, principalmente tra i giovani.

I rischi delle novità

L’analisi sottolinea che la tecnologia in generale, non solo l’IA, porta a rischi sempre più sofisticati. Circa 13 milioni di italiani hanno subito almeno una volta un crimine informatico, con accessi non autorizzati agli strumenti di pagamento personali (oltre 6,5 milioni), furto di identità/immagine (circa 2,5 milioni), diffusione non autorizzata di materiale digitale (quasi 2,3 milioni) e furto di identità con sottoscrizione di contratti (2,2 milioni).

Una copertura contro i “nuovi” pericoli

Rispetto a questi rischi, sono disponibili polizze assicurative che tutelano dai problemi derivanti dagli attacchi informatici. Tuttavia, il 61,4% degli italiani non ne è a conoscenza, e solo il 3% ha sottoscritto un’assicurazione del genere. Tra chi non ha una copertura, il 37,7% è intenzionato a farlo, con una percentuale che raggiunge il 43% tra i 25-34enni. Oggi esistono diverse soluzioni che offrono garanzie diversificate, e a un costo tutto sommato ridotto, come la rimozione di contenuti lesivi dai social network o la copertura delle spese legali e di assistenza psicologica.

I lavori di ristrutturazione più richiesti per la casa

Ristrutturare casa è un’occasione importante per migliorarne il comfort, l’estetica e l’efficienza energetica.

Che si tratti di un semplice ammodernamento o di una ristrutturazione completa, è importante pianificare attentamente i lavori da realizzare e affidarsi a professionisti qualificati per ottenere un risultato di qualità.

Ecco allora quelle che sono le tendenze del momento, una panoramica completa dei diversi tipi di interventi di ristrutturazione che al momento sono tra i più richiesti.

Ristrutturazione del bagno

Il bagno è uno degli ambienti di casa che viene ristrutturato più frequentemente. I lavori più richiesti in questo caso sono:

  • Sostituzione di sanitari, rubinetteria e piastrelle, per un look moderno e funzionale. Le nuove tendenze vedono l’utilizzo di sanitari sospesi, rubinetterie a risparmio d’acqua e piastrelle di grandi dimensioni con effetti materici o decorazioni geometriche.
  • Ampliamento della doccia o installazione di una vasca idromassaggio, per un maggiore comfort e relax. Le docce walk-in senza piatto doccia sono sempre più richieste, mentre le vasche idromassaggio offrono un’esperienza di benessere impareggiabile.
  • Installazione di sistemi di domotica, per la gestione intelligente dell’acqua e dell’illuminazione. La domotica permette di regolare la temperatura dell’acqua, attivare la rubinetteria con un sensore di movimento e creare scenari di illuminazione personalizzati.
  • Realizzazione di un bagno turco o di una sauna, per chi vuole un angolo di benessere in casa. Il bagno turco e la sauna offrono numerosi benefici per la salute e il relax, offrendo anche un tocco di lusso in più.

Oltre a questi interventi, è importante ricordare che molti clienti chiedono interventi di adeguamento dell’impianto idraulico ed elettrico, così come l’installazione di un sistema di ventilazione.

Ristrutturazione della cucina

La cucina è il luogo dove ci si ritrova per cucinare, consumare i pasti e trascorrere del tempo con la famiglia e gli amici. I lavori di ristrutturazione più richiesti in questo caso sono:

  • Creazione di un’isola o di una penisola, per aumentare lo spazio del piano di lavoro e convivialità. L’isola o la penisola sono perfette per cucinare, consumare pasti o creare un angolo bar.
  • Ampliamento dello spazio abbattendo le pareti o sfruttando un vano adiacente. L’ampliamento della cucina permette di creare un ambiente più confortevole e funzionale, il cosiddetto “open space”.
  • Installazione di nuove finiture, per un look personalizzato e di tendenza. Le finiture per la cucina più richieste sono il rifacimento dei pavimenti, rivestimenti murali, top e maniglie. Tra le tendenze attuali troviamo anche materiali quali il gres porcellanato, il marmo, il legno e l’acciaio.

Ristrutturazione del soggiorno

Il soggiorno è il luogo dove ci si rilassa e si trascorre del tempo di qualità con la famiglia e gli amici. Solitamente i lavori di ristrutturazione più richiesti per il soggiorno sono:

  • Tinteggiatura delle pareti, per un nuovo look e una sensazione di maggior freschezza. Le tonalità di attuale tendenza per il soggiorno sono colori neutri come il bianco, il grigio e il beige, ma anche tonalità più accese come il verde, il blu e il giallo.
  • Rifacimento del pavimento, per cambiare stile. Le soluzioni più gettonate per il pavimento del soggiorno sono al momento il gres porcellanato, il parquet, il legno e la moquette.
  • Ampliamento dello spazio, abbattendo le pareti per sfruttare anche un vano adiacente. L’ampliamento del soggiorno permette di creare un ambiente più confortevole e luminoso.
  • Realizzazione di una controsoffittatura, intervento che spesso si estende all’intero appartamento per consentire l’installazione di un impianto di climatizzazione canalizzata.

Ristrutturazione della mansarda

La mansarda è un ambiente versatile che può essere sfruttato per creare una nuova camera da letto, un ufficio o un angolo relax. In questo caso i lavori di ristrutturazione più richiesti sono:

  • Interventi per l’isolamento termico, per rendere l’ambiente abitabile tutto l’anno. L’isolamento termico della mansarda è fondamentale per evitare dispersioni di calore in inverno e surriscaldamento in estate.
  • Installazione di finestre, per illuminare l’ambiente e ottenere una vista panoramica. Le finestre permettono di sfruttare la luce naturale e di migliorare l’areazione della mansarda.
  • Creazione di una scala di accesso, per raggiungere più comodamente l’ambiente. La scala di accesso alla mansarda può essere realizzata in legno, metallo o muratura e deve essere conforme alle normative di sicurezza.
  • Realizzazione di un bagno, per rendere la mansarda un ambiente indipendente. Il bagno in mansarda può essere piccolo ma funzionale, con doccia, lavabo e wc.

Conclusione

Ristrutturare casa è un passaggio importante che richiede da parte nostra una certa capacità di progettare e prevedere, oltre ad un investimento di tempo e denaro.

Ad ogni modo, a seguito di un intervento di ristrutturazione il livello di comfort all’interno delle mura domestiche migliora in maniera considerevole, e con esso anche il valore dell’immobile stesso.

Italia, torna a crescere l’esercito delle partite Iva. Perchè?

Dopo il difficile 2020 segnato dalla pandemia, il numero di lavoratori autonomi in Italia è tornato a crescere, superando stabilmente i 5 milioni. Al 31 dicembre scorso, si sono registrati 5.045.000 lavoratori indipendenti, un lieve aumento rispetto a quattro anni fa, ma ancora lontano dai 6,2 milioni del 2004. Questi dati sono stati forniti dall’Ufficio studi della CGIA.

Non tutti i settori godono di buona salute

Tuttavia, non tutte le categorie di lavoratori autonomi godono di buona salute. Settori tradizionali come artigiani, piccoli commercianti e agricoltori stanno affrontando grosse difficoltà, a partire da un calo numerico. Al contrario, le partite Iva senza albo o ordine professionale, come web designer, social media manager, formatori e altri, stanno registrando un numero in aumento di addetti. 

Un universo centrale nell’economia italiana

Il blocco sociale formato da partite Iva, micro imprese e i loro dipendenti rappresenta oltre 6 milioni di persone, che prima della pandemia contribuivano con quasi 200 miliardi di PIL. Questo settore è diventato centrale nell’economia italiana, soprattutto nel Nordest, e ha incarnato valori come l’autonomia, la sfida di confrontarsi con il mercato senza reti di sicurezza sociale e il perseguire il miglioramento delle condizioni di vita attraverso l’autorealizzazione personale.

Un segnale della ripresa economica?

Il trend positivo che da tre anni riguarda i lavoratori autonomi è attribuibile alla ripresa economica post Covid, con un significativo aumento dell’occupazione. L’introduzione del regime forfettario per attività con ricavi inferiori a 85 mila euro ha reso più gestibile fiscalmente l’attività autonoma. Tuttavia, si ipotizza anche un aumento delle “false” partite Iva, probabilmente legate al boom dello smart working.

A livello territoriale, alcuni dati fino ai primi 9 mesi del 2023 mostrano un aumento complessivo dei lavoratori autonomi, ma con disparità regionali. Molise, Liguria, Calabria e Emilia Romagna hanno registrato incrementi significativi, mentre Abruzzo, Umbria, Trentino Alto Adige e Marche hanno subito contrazioni notevoli.

Calano però le categorie “tradizionali”

Nonostante la crescita complessiva del numero di lavoratori autonomi, le attività tradizionali come artigiani, piccoli commercianti e agricoltori stanno vivendo una crisi profonda. Tra il 2014 e il 2022, queste categorie sono diminuite complessivamente di 495 mila unità.

Il segretario della CGIA, Renato Mason, esprime preoccupazione per il declino degli artigiani e dei piccoli commercianti, sottolineando l’impatto negativo sulla qualità della vita sia nelle città sia nei piccoli centri. 

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Lifelong learning: i trend e le previsioni per il 2024

Learnn, la piattaforma di e-leanrnig, ha svolto un’analisi dei trend relativi alla formazione rilevati durante il 2023. E a partire da questi, ha formulato una previsione delle tendenze che si registreranno nel 2024 nel settore del Lifelong Learning.

Il 2023 è stato scelto dalla Commissione Europea come ‘L’anno europeo delle competenze’. Questo, dovrebbe contribuire a dare slancio al raggiungimento degli obiettivi sociali della UE per il 2030, che promuovono il coinvolgimento di almeno il 60% degli adulti in attività di formazione e mirano a fornire competenze digitali di base ad almeno l’80% degli adulti europei.

In questo contesto giocano un ruolo fondamentale le piattaforme per migliorare e sviluppare le skills in abito tech. L’obiettivo, è arricchire il percorso di carriera professionale e far crescere la propria azienda.

AI, ChatGPT, ma anche SEO e Social Media Marketing

Sulla piattaforma Learnn nel 2023 i corsi più ricercati sono stati quelli su AI e ChatGPT, Instagram, Facebook Ads, Graphic Design con Canva, Fotografia con Smartphone, Google Ads, LinkedIn Content, Excel, Copywriting e SEO.
Questi dati permettono di comprendere che le aree più seguite nel 2023 sono state quelle relative all’Intelligenza artificiale, con un particolare focus su ChatGPT, e al Social Media Marketing, con un forte interesse anche per il design e la creatività.

Di particolare successo è stata poi l’area che esplora il potenziamento di competenze specifiche per il business, per l’e-commerce e lo sviluppo personale.

Rimanere competitivi e seguire lo sviluppo delle nuove tecnologie

Il target dei professionisti per età va da 25 a 45 anni. Include neo-laureati, o prossimi alla fine degli studi universitari, o chi ha maturato diversi anni di esperienza, ma sente il bisogno di affinare e aggiornare le competenze.

La necessità è rimanere competitivo e seguire lo sviluppo delle nuove tecnologie. In particolare, si tratta per il 33% di lavoratori dipendenti, per il 34% di freelancer, per il 25% di imprenditori e per l’8% di studenti, con una maggioranza femminile di iscritte (circa il 52%). 
“In generale, si può dire che il mercato della formazione durante l’anno passato abbia richiesto più praticità, tutorial e strategie step-by-step spiegate da esperti del settore”, commenta Luca Mastella, CEO e founder di Learnn.

Anche il personal branding è un’area di interesse

Secondo Learnn, durante il 2024 si rafforzerà ulteriormente l’interesse per AI e tecnologie emergenti, oltre a confermarsi l’attenzione verso il Digital Marketing.
Secondo gli esperti ci sarà poi un particolare coinvolgimento nei corsi di programmazione per i non-programmatori, ma anche una crescente domanda di competenze in e-commerce e business online.

Tra gli obiettivi, intensificare le aree che coinvolgono le competenze digitali (social/content, advertisement, strumenti, innovazione, AI), le soft skills (negoziazione, leadership, gestione dello stress, identificazione degli obiettivi, focus, produttività, comunicazione nel team, motivazione), ma anche le professional skills, come personal branding, comunicazione digitale, monetizzazione, fiscalità, comunicazione con il cliente finanza personale, e trovare lavoro.

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Lavoro, esiste il pericolo obsolescenza? Sì, ma non a breve

Solo il 14% dei posti di lavoro presenta un rischio di obsolescenza delle competenze nel prossimo triennio, secondo i risultati del Cegos Observatory Barometer ‘Transformations, skills and learning’. Il sondaggio annuale, condotto in 9 Paesi tra Europa, Asia e America Latina, coinvolge 5.048 dipendenti e 488 manager HR. I dati indicano che l’Intelligenza Artificiale (AI) e i big data sono considerati i principali fattori di impatto sull’organizzazione per lo sviluppo delle competenze, identificati rispettivamente dal 48% e dal 40% dei responsabili HR.

Le trasformazioni in atto avranno un impatto sulle competenze

Il 74% dei dipendenti ritiene che le attuali sfide della trasformazione tecnologica, climatica e sociale cambieranno il contenuto del proprio lavoro, con il 22% che esprime preoccupazione per la potenziale scomparsa del proprio impiego. Nonostante il 40% dei dipendenti (29% in Europa) affermi di sentirsi sopraffatto dalla tecnologia, il 79% dei lavoratori italiani esprime un sentimento contrario. Il 57% dei responsabili HR internazionali (38% in Italia) intende sostenere i dipendenti nell’aggiornamento delle competenze e nell’assunzione di nuovi profili, un aumento del 10% rispetto al 2022. Il 55% degli HR italiani considera lo sviluppo di skill per la mobilità interna e il ricollocamento come una priorità.

Occorre potenziare le digital skills

Il potenziamento delle digital skill (42%), seguito dalle soft skill (38%) e dal miglioramento delle competenze manageriali (35%), è l’obiettivo principale per gli HR. La transizione ecologica è in fondo all’elenco delle priorità. Il 63% degli HR manager prevede di utilizzare l’AI per personalizzare i percorsi formativi, ma solo il 10% l’ha già implementata. Nel complesso, il 31% dei dipendenti afferma di utilizzare o aver già utilizzato strumenti di AI generativa, come Chatgpt, per formarsi.

Necessaria la formazione continua 

Il 51% dei dipendenti si aspetta training on the job, mentre il 41% degli HR trova difficoltà nel conciliare l’offerta formativa con le esigenze dell’organizzazione. Nonostante ciò, il 47% degli HR intende offrire una formazione più personalizzata. L’85% dei dipendenti è aperto all’idea di una completa trasformazione di carriera per dare più significato alla propria vita professionale, e il 76% sarebbe disposto a partecipare a percorsi formativi al di fuori dell’orario di lavoro.

Alessandro Reati, HR Business Practice Leader di Cegos Italia, sottolinea l’importanza di adattare le competenze alle sfide della trasformazione digitale. L’AI è vista come una leva organizzativa, ma è necessario usarla al meglio per amplificare l’impatto della formazione nei processi aziendali. La ricerca di significato nel lavoro è crescente, e la formazione deve essere concreta, applicabile e generare integrazione e inclusione sociale.

Sviluppo Sostenibile: a che punto è l’Italia con l’Agenda 2030?

Gli italiani mostrano una sempre maggiore consapevolezza e attenzione alla sostenibilità, ma i dati Ipsos pubblicati nel Rapporto ASviS 2023 registrano anche un crescente scetticismo riguardo all’effettiva volontà di costruire un mondo più sostenibile. Tanto che in cinque anni gli ‘scettici’ sono passati dal 13% al 22%.
Il 19% della popolazione pensa comunque che tutti i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs) dovrebbero avere pari dignità, mentre l’81% identifica alcune priorità, in parte legate alla specificità del momento.

Ad esempio, la lotta alla povertà (Goal 1) si colloca a metà della classifica (8° posto) tra le priorità percepite all’interno degli Obiettivi: il 17% degli intervistati la indica tra le più rilevanti e il 5% la pone al primo posto. Anche l’obiettivo di sconfiggere la fame (Goal 2, 6°) sarebbe al primo posto per il 5% degli intervistati.

Priorità assoluta al cambiamento climatico 

Sul podio della classifica delle priorità salgano il Goal 3 (Salute e benessere, 3°), l’Obiettivo 8, relativo a lavoro dignitoso e crescita economica (2°), ma al 1° posto si posiziona il Goal 13, la lotta contro il cambiamento climatico, considerato l’obiettivo di sviluppo sostenibile più importante.

Il 28% della popolazione lo ritiene di massima urgenza, ed è una delle principali preoccupazioni avvertite sia a livello globale sia in Italia.
Ai piani alti della classifica, coerentemente con l’assoluta necessità di combattere il cambiamento climatico, si posizionano anche il Goal 15 (Vita sulla terra, 4°), seguito dal Goal 7, focalizzato su energia pulita e accessibile (5°).

Lotta alle disparità di genere: solo al 12° posto 

Quanto agli altri 17 SDGs se l’offerta di un’istruzione di qualità, equa e inclusiva (Goal 4), si colloca nella seconda metà della classifica (10°), la lotta alle disparità di genere (Goal 5) conquista solo il 12° posto.
Più rilevante sono considerati il sesto Obiettivo (Acqua pulita e servizi igienico-sanitari), al 7° posto, e il Goal 16 (Pace, giustizia e istituzioni solide), al 9°, con il 15% che lo indica tra gli obiettivi più importanti.

A sorpresa, la riduzione delle disuguaglianze (Goal 10) all’interno e fra i Paesi in Italia non è considerata una priorità.
Relegata all’11° posto della classifica dei 17 SDGs, è considerata una priorità solo per il 13% di coloro che sono a conoscenza dell’Agenda 2030.

Città, mari e innovazione sono meno prioritari

Nonostante sia indubbio che le città giocheranno un ruolo cruciale per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, il Goal 11 (Città e comunità sostenibili, è solo al 13° posto, seguito dal Goal 12 (Consumo e produzione responsabile, 14°), e dal Goal 9 (Imprese, innovazione e infrastrutture, 15°).

Il proposito di conservare e utilizzare in modo sostenibile le risorse del mare occupa la penultima posizione della classifica (Goal 14, Vita sott’acqua), mentre la costruzione di partnership (Goal 17, Partnership per gli obiettivi) è l’ultima delle priorità percepite: solo il 3% della popolazione la indica tra gli Obiettivi più rilevanti.

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Qual è il benefit aziendale più gettonato per Natale? 

Il 2023 è stato un anno chiave per il tema del welfare aziendale. Ora il 40% dei datori di lavoro crede che i benefici offerti possano influenzare positivamente la fedeltà e le produttività dei dipendenti. Uno studio condotto da Forbes Advisor ha evidenziato che molte persone sarebbero disposte a cambiare lavoro pur di godere di un migliore sistema di welfare.
Questa crescente attenzione ha trovato riscontro anche nei regali natalizi, divenuti strumenti essenziali per dimostrare apprezzamento nei confronti dei dipendenti.

Il regalo migliore? Tra vacanza e sostenibilità

Secondo una ricerca dell’Osservatorio Tantosvago, l’86% dei lavoratori apprezza particolarmente la possibilità di utilizzare i benefit aziendali per acquistare regali natalizi. In questa ottica, i viaggi si confermano il dono più gradito, diventando un modo tangibile per dimostrare il riconoscimento dei datori di lavoro nei confronti dei propri dipendenti.
La preferenza per regali sostenibili, come la piantumazione di alberi per compensare le emissioni di carbonio, evidenzia la crescente attenzione verso pratiche socialmente consapevoli.

Il welfare aziendale che fa la differenza

L’uso dei crediti welfare per regali legati al tempo libero ha registrato un significativo aumento, come dimostrano i dati dell’Osservatorio. In Italia, questa tendenza ha faticato ad affermarsi, ma negli ultimi anni ha conquistato sempre più terreno.
Il welfare aziendale consente ai dipendenti di regalarsi esperienze altrimenti inaccessibili, diventando un elemento distintivo per attrarre e trattenere i talenti.

Top 5 dei doni natalizi preferiti  

In base ai dati raccolti, al primo posto della classifica dei regali più desiderati si collocano i Viaggi, che totalizzano il 60% delle preferenze. I dipendenti manifestano così la loro predilezione per esperienze indimenticabili. Al secondo posto, ma a distanza, ci sono Gift card e buoni (18,5%).
Si tratta di opzioni flessibili che permettono ai lavoratori di scegliere i propri regali in base alle esigenze personali.Al terzo posto ecco il Gowelfare con negozi di prossimità (3,65%): un modo per sostenere la comunità locale, collegando il welfare aziendale ai negozi del territorio. Al quarto posto i Parchi (2,95%): la possibilità di trascorrere momenti di relax immersi nella natura è un regalo sempre apprezzato. In quinta posizione, ci sono le Agenzie di viaggio (1,41%): piace dare ai propri dipendenti la possibilità di esplorare nuovi luoghi.
In conclusione, il legame tra welfare aziendale e regali natalizi si conferma un elemento cruciale nella soddisfazione dei dipendenti, contribuendo a creare un ambiente lavorativo apprezzato e stimolante.

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I trend del 2024 nel nuovo Pinterest Predicts

Moda, bellezza, benessere, cibo, arredamento, viaggi… il Pinterest Predicts 2024 svela i trend del nuovo anno, utilizzando un modello basato sul machine learning che analizza miliardi di ricerche online effettuate da oltre 480 milioni di persone in tutto il mondo.

Qualche esempio? Il settore della moda farà spazio allo stile vintage dei nonni, ma con un tocco eclettico da parte di GenZ e Boomer che combineranno cardigan old style e pantaloni in velluto,
Altra novità assoluta è il Medusa style, la più grande fonte d’ispirazione nel 2024. È già boom di ricerche per ‘cappello medusa’, ‘taglio capelli a medusa’ e ‘lampada medusa’.

Fiocchi all-over a ritmo di jazz

GenZ e Millennials adorneranno abiti, scarpe, make-up, acconciature e gioielli con fiocchi di ogni dimensione e formato. Ma ornamenti e accessori saranno anche più grandi, audaci e vistosi. Si preferirà l’opulenza oversize, acquistando elementi che si abbinano ad acconciature vaporose.

Continuerà a crescere anche la popolarità di toni freddi argentei e sfumature cromatiche audaci: dal beauty alla moda fino al design l’estetica sarà heavy metal. 
Nel corso del 2024 conquisterà sempre più appassionati anche il gioco del volano e il jazz. Millennial e GenZ abbandoneranno i ritmi elettronici a favore di atmosfere decisamente più retrò. 

Bodycare, Beauty in blu e karate kumite

Con l’aumento delle ricerche a tema palme, cocco e tropical, le suggestioni esotiche nel 2024coinvolgeranno ogni ambito, dalla moda all’arredamento degli interni fino a drink e snack.
E se direttamente dagli anni ‘60 torna il make-up color acquamarina, con il blu protagonista in tutte le sue sfumature, nel 2024 la cura del viso si sposterà a tutto il corpo: bodycare sarà la parola dell’anno per quanto riguarda la bellezza e il benessere.

Quanto alla forma fisica, stop alla predilezione per il workout a bassa intensità: nel 2024 Millennials e GenZ si dedicheranno agli sport da combattimento. Sono infatti in aumento ricerche come ‘allenamento shadowboxing’, ‘jujitsu’ e ‘karate kumite’.
Nel 2024 però si farà a gara per recuperare il recuperabile, e il relax più totale sarà il miglior compagno di viaggio.

Architettura acquatica e “festa per il primo dentino”

Continuerà poi il trend che combina i piatti preferiti in accoppiate stravaganti, da ‘quesadilla hamburger’ a ‘carbonara ramen’, con GenZ e Millennial che daranno un tocco più personale alla cucina e alla zona cottura. Basta con la tradizione contadina, largo al kitsch. O allo stile caffetteria.

Nel 2024 però GenX e Millennial diventeranno provetti ‘giardinieri subacquei’, dando vita ad acquari e terrari per tartarughe, mentre Boomer e GenZ salteranno a bordo di jeep e 4×4 per esplorare il mondo su sterrati di montagna. 
In ogni caso, si cercherà anche di rendere grazioso tutto ciò che ruota attorno al denaro, e i genitori non potranno fare a meno di celebrare i piccoli traguardi di figli e figlie, cercando ispirazioni per ‘idee mesiversario’, ‘premio uso del vasino’ o ‘festa per il primo dentino’.