Imprevisti a livello mondiale, come devono cambiare i dirigenti aziendali

Dopo la pandemia, gli sconvolgimenti che hanno colpito il mondo, ancora una volta a livello globale. In questo scenario, con i venti di guerra che arrivano dall’Ucraina, le aziende non possono permettersi il lusso di stare a guardare. Già pesantemente colpite dagli effetti del Covid, le imprese devono vedere il tiro della loro business strategy. In questo contesto socio-politico complicato, i dirigenti aziendali si trovano a dover affrontare nuovi inattesi ostacoli e rischi alla crescita delle proprie imprese, in molti casi ridisegnando la propria strategia aziendale e puntando decisamente su alcuni fattori. In particolare sostenibilità, fusioni e acquisizioni sono ritenuti centrali per accelerare le nuove strategie di crescita in ottica esg e aumentare il contenuto tecnologico delle aziende. Sono alcune delle evidenze emersa dall’EY ceo outlook survey, uno studio realizzato su oltre 2.000 ceo di aziende (di cui 70 in Italia), di 46 Paesi e 13 diverse industries. La ricerca fornisce indicazioni sulle aspettative dei leader aziendali per la crescita futura e la creazione di valore a lungo termine, oltre a suggerire le principali tendenze e gli sviluppi che incideranno sulle strategie di business delle aziende italiane e internazionali.

Gli interventi adottati dai ceo

A seguito della pandemia e dei suoi pesanti strascichi, l’83% dei ceo italiani (79% di quelli internazionali) ha messo a terra piani operativi per modificare la supply chain. Mentre il 53% (55% dei ceo internazionali) sta rivedendo la strategia aziendale nel suo complesso. Nell’incerto e mutevole scenario attuale, la maggior parte degli amministratori delegati italiani (64%) indica gli investimenti in tecnologia come chiave per ottimizzare i costi, migliorare le relazioni con gli stakeholder e perseguire percorsi di sostenibilità. In tal senso, quasi la metà degli interpellati (48%) sostiene che diventare un esempio nella sostenibilità rappresenterà sempre di più un vantaggio a livello di competitività dell’azienda.

Fusioni e acquisizioni

Fusioni e acquisizioni (m&a) rimangono un’opzione strategica specie per rafforzare le strategie esg e di sostenibilità, ma con un’attenzione particolare ai mercati nazionali o locali. Nonostante i primi mesi del 2022 abbiano visto un rallentamento sia di volumi che di operazioni di m&a rispetto allo stesso periodo del 2021, il 74% delle aziende sta portando avanti acquisizioni o fusioni nel proprio mercato interno o regionale/locale. A livello di ceo italiani, il 44% si aspetta che le proprie aziende perseguano acquisizioni nei prossimi 12 mesi, un dato in netto aumento rispetto al 35% dell’inizio 2021. Alla domanda di identificare le principali tendenze nel mercato delle fusioni e acquisizioni nel 2022, i ceo hanno affermato che si aspettano un aumento delle acquisizioni cross-industry (63%) e un ruolo decisivo del private equity (62%).

La sostenibilità come driver

Principale attenzione e risorse oggi sembrano essere dirette verso il business già in atto (indicato dal 25% dei ceo italiani) per accelerare la crescita e la creazione di valore. Per il 24% (20% dei ceo internazionali) invece è prioritario investire nella transizione digitale, per il 17% (13% delle aziende straniere) nella sostenibilità. Tra i principali driver della propria strategia di sostenibilità, il 24% degli imprenditori italiani indicano il fatto che diventare leader nella sostenibilità porti un vantaggio in termini di competitività e credibilità aziendale.