Crescita zero e stagnazione economica, l’Ocse boccia l’Italia

Nel nostro Paese deficit e debito sono in salita. L’occupazione è ai minimi nell’area Ocse, e l’incertezza politica mette a rischio le trattative con l’Ue, con relativo impatto sullo spread. L’aumento del tasso di risparmio delle famiglie sta frenando i consumi privati, mentre la domanda esterna è debole, e il commercio globale e le tensioni stanno danneggiando le esportazioni. “La bassa fiducia delle imprese e la domanda debole deprimono il privato investimento, mentre i ritardi nella pianificazione dei progetti e nell’esecuzione continuano a ostacolare gli investimenti pubblici”, avverte l’Ocse. E se l’inflazione dei prezzi si è moderatamente accentuata, la crescita dei salari nel settore privato rimane modesta.

Espansione fiscale e bassa crescita nel 2019 faranno risalire il deficit

Sul fronte dei conti pubblici, l’Ocse rileva che l’espansione fiscale e la bassa crescita faranno risalire il deficit al 2,4% del Pil nel 2019 e al 2,9% nel 2020. Nel dettaglio, il bilancio 2019 prevede nuove misure nette pari allo 0,6% del Pil, per lo più dovute alla maggiore spesa per Quota 100 e Reddito di cittadinanza, “politiche espansive compensate solo in parte da tagli alla spesa, di almeno 2 miliardi di euro, come concordato con l’Europa e maggiori imposte sul reddito d’impresa”, si legge in una nota. Inoltre, riporta Adnkronos, queste proiezioni presuppongono che il governo applicherà circa la metà dei previsti aumenti dell’Iva nel 2020, pari a oltre 11 miliardi sui 23 totali.

Italia vulnerabile alle fluttuazioni dei tassi di interesse

Sul fronte debito, invece, una bassa crescita nominale, un aumento progressivo dei costi per interessi e un deficit più ampio, lo farebbero risalire dal 132,2% del 2018 al 134,1% nel 2019 e al 135% nel 2020. Un andamento che “rende l’Italia vulnerabile alle fluttuazioni dei tassi di interesse, limitando le scelte politiche a stimolare crescita o a perseguire obiettivi sociali”, aggiunge l’Ocse.

“Incertezza politica – ammonisce l’organizzazione – e una nuova situazione di stallo con la Commissione europea sul prossimo bilancio genererebbero forti e persistenti aumenti dello spread sui titoli di debito sovrano, un aumento dei costi di finanziamento delle banche e danni ai bilanci e ai coefficienti patrimoniali, con la conseguenza di una riduzione del credito bancario e degli investimenti”.

Aumentare il tasso di occupazione anche attraverso la spesa sociale

Quanto al mercato del lavoro, per l’Ocse “aumentare il tasso di occupazione, che è ancora uno dei più bassi tra i paesi dell’Ocse, è anche cruciale per stimolare la crescita e l’inclusione sociale”, ma aumentare il tasso di occupazione dipenderà dalla riduzione dei contributi in busta paga, dal miglioramento dei servizi per l’impiego e dal rafforzamento degli incentivi, ricalibrando il reddito del cittadino e introducendo un sistema di incentivi per i lavoratori a basso reddito.

Per quanto riguarda il salario minimo, secondo l’Ocse “dovrà essere fissato a un livello che non danneggi l’occupazione nel mercato del lavoro”. E “la spesa sociale dovrebbe essere equa tra generazioni e al tempo stesso promuovere anche la crescita dell’occupazione, in particolare tra le donne e i giovani”.