Effetto pandemia sulle startup italiane: fatturati a meno di 100.000 euro

Secondo lo studio condotto da InnovUp, dal titolo L’identikit delle startup italiane dopo il Covid-19, l’81,4% delle startup si colloca tra la fase di pre-seed e post-seed, e il 70,9% dichiara di aver raccolto meno di 100.000 euro. Rispetto a 5 anni fa, il 2021 ha evidenziato un calo dei fatturati medi delle startup italiane, e uno spostamento dal B2B al B2C. Ma per la maggior parte delle nuove realtà imprenditoriali il 2022 sarà l’anno della ripresa, al netto delle persistenti difficoltà nell’accesso al credito. Le maggiori difficoltà riscontrate sono la mancanza di reale interesse degli investitori e la difficoltà nel finalizzare il closing, che portano il 41,8% del campione a dichiarare la mancanza di liquidità come principale punto di debolezza.

Tra il 2020 e il 2021 aumenta il valore dei round

Analizzando i dati raccolti dall’Associazione Startup Turismo sul periodo 2020-2021, come conseguenza della pandemia emerge il brusco arresto della natalità, a cui è seguita l’inversione di rotta del 2021, con il calo della mortalità fisiologica. In questo scenario, si è verificata una crescita del fatturato medio del 38% (da 235.000 a 350.000 euro), complice anche un maggior tasso di mortalità nel 2020. Tra il 2020 e il 2021 è aumentato del 7% anche il valore dei round, un dato trainato da alcuni finanziamenti di ammontare sopra la media. In controtendenza al periodo sfavorevole, si rileva anche un aumento dell’organico: le imprese emergenti restano ancora piccole, ma fanno registrare un aumento del 7% delle assunzioni.

Crescita del personale, ma difficoltà ad accedere al credito

Per InnovUp, il 54,1% delle startup nei prossimi mesi è intenzionata ad assumere un numero considerevole di risorse umane, mentre il 40,4% manterrà invariato il numero di dipendenti, e il 5,7% prevede una razionalizzazione dell’organico. La crescita di personale, sebbene tendenziale, si registra maggiormente nelle realtà con un fatturato da 500.000 euro in su. La criticità maggiore riguarda comunque ancora l’accesso al credito. L’aspetto più complesso si riscontra nell’incontro di investitori realmente interessanti (60,2%), seguito dalla fatica a finalizzare l’investimento (30,5%), concordare la valutazione della startup o la percentuale di partecipazione del capitale del nuovo investitore (25,6%), e concordare sulla governance societaria all’ingresso del nuovo socio (13,4%).

Prospettive ottimiste per il 2022

La pandemia ha modificato anche le tempistiche di sviluppo e di immissione di nuovi prodotti e servizi sul mercato, probabilmente spostando le attività su ricerca e sviluppo. Di fatto, il 68,1% è ottimista verso la possibilità di chiudere in crescita di fatturato di almeno +5%, e il 18% si aspetta addirittura un +50% nel prossimo bilancio. Dalla survey La Camera di Commercio per le Startup, condotta dalla Camera di commercio di Milano, Monza, Brianza e Lodi e focalizzata sulle startup residenti nella zona di competenza, emerge come nonostante le difficoltà le startup siano riuscite a innescare cambiamenti positivi, in particolare, per le modalità di svolgimento del lavoro (53%), mentre il 39% ha riscontrato un impatto positivo dalla spinta all’innovazione tecnologica.