Italiani e cintura di sicurezza, non tutti la usano

L’Italia si conferma agli ultimi posti in Europa per il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza sui sedili degli autoveicoli fino a 3,5 tonnellate, ovvero automobili e furgoni. Sui sedili anteriori i tassi di utilizzo delle cinture di sicurezza sono più alti in Germania, Svezia, Gran Bretagna ed Estonia, mentre in Croazia, e in Italia sono più bassi. Peggio ancora sui sedili posteriori, dove indossare la cintura di sicurezza in Paesi come la Serbia e l’Italia è ancora eccezionale.

Indossarle sui sedili posteriori? In Italia solo il 15%

Le ultime statistiche europee sono state pubblicate da ETSC (European Transport Safety Council) nel 2015, dove nel confronto tra i vari Paesi europei l’Italia ne esce decisamente male.  Secondo il rapporto il 98% dei passeggeri in Germania, Svezia, GB ed Estonia si allaccia le cinture di sicurezza sui sedili anteriori, mentre i tassi di utilizzo rimangono al 61% in Croazia, al 62% in Italia, al 74% in Serbia, all’82% in Lettonia e all’83% in Ungheria. E le disparità tra i Paesi sono maggiori quando si tratta di indossarle sui sedili posteriori. Qui si va dal 98% in Germania e Repubblica Ceca all’1% in Croazia. Indossare la cintura di sicurezza sui sedili posteriori è ancora eccezionale in Serbia (7%), in Italia (15%) e in Lituania (33%). In ogni caso, il maggiore aumento negli ultimi cinque anni nel tasso di utilizzo delle cinture di sicurezza posteriori è stato registrato in Austria, Estonia, Repubblica Ceca, Danimarca e Svezia.

Aumenta il rischio di morte per sé e per gli altri occupanti del veicolo

Gli occupanti dell’auto sottovalutano ampiamente le conseguenze del mancato utilizzo delle cinture di sicurezza. I passeggeri dei sedili posteriori senza cintura aumentano significativamente il rischio di morte per sé stessi e per gli occupanti con cintura sui sedili anteriori. Per evidenziare la gravità della situazione e sensibilizzare l’utenza, l’Unasca (Associazione Nazionale Autoscuole) e l’Efa (Federazione Europea di Autoscuole) in collaborazione con la ong greca Rsi (Road Safety Institute) hanno prodotto il remake di un video messaggio molto forte di fine anni ’90, riportante le conseguenze sugli occupanti di un veicolo a seguito del mancato utilizzo delle cinture di sicurezza sui sedili posteriori degli autoveicoli, riporta Askanews.

“Gli italiani proprio non ne vogliono sapere” “Gli italiani proprio non ne vogliono sapere di allacciare la cintura di sicurezza sui sedili posteriori. È singolare che a quasi 30 anni dall’introduzione dell’obbligo di indossare le cinture di sicurezza per tutti gli occupanti dei veicoli, ancora oggi gli automobilisti ci chiedano da quando sia stata introdotta questa norma – commenta Manuel Picardi, Segretario Generale EFA, e componente Segreteria nazionale UNASCA -. Il senso di protezione che ha un passeggero trasportato sui sedili posteriori è inversamente proporzionale al reale rischio a cui si sta esponendo gli occupanti dei sedili anteriori. In caso di un brusco rallentamento, lo spostamento in avanti di un corpo umano non adeguatamente fissato ai sedili può comportare gravi conseguenze”.