Crisi Covid-19, 1 lavoratore su 2 teme di essere licenziato

Il Coronavirus rende critica la situazione occupazionale. Entro la fine del 2020 nel nostro Paese il tasso di disoccupazione raggiungerà il 12,4%. Dopo 4 anni di miglioramenti, secondo il documento sulle Prospettive sull’occupazione 2020 presentato dall’Ocse, in caso di una seconda ondata di contagi il rischio concreto di una disoccupazione “strutturalmente a livelli elevati nel medio e lungo periodo” sembra plausibile. E se il Decreto di agosto proroga il divieto di licenziamento collettivo o per motivi economici senza fissare una data di scadenza, pone altrettanti “paletti” con cui le aziende possono aggirarlo. La paura di ritrovarsi senza lavoro si sta perciò diffondendo tra i dipendenti italiani.

Il 51% dei lavoratori teme di perdere il posto

A fare luce su questo timore è un sondaggio Swg realizzato durante gli ultimi giorni di luglio su un campione rappresentativo della popolazione. Secondo la ricerca il 51% dei lavoratori teme licenziamenti, e oltre la metà degli intervistati ritiene probabile la perdita del posto di lavoro. Se da una parte il 49% dei lavoratori ha la certezza di essere collocato in un’azienda o in un ente solido, il 32% dei dipendenti pensa che nella propria azienda probabilmente ci saranno dei licenziamenti. Il 17% degli intervistati è più pessimista, temendo di poter essere coinvolto in prima persona negli esoneri, mentre il restante 2% afferma di essere già stato licenziato. E le previsioni dell’Ocse dimostrano che questi timori non sono infondati.

Agire rapidamente per aiutare i giovani a mantenere il legame con il mercato del lavoro

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico sottolinea l’importanza di “agire rapidamente per aiutare i giovani a mantenere un legame con il mercato del lavoro, ad esempio riprendendo e rinnovando significativamente il programma Garanzia giovani, o varando ulteriori incentivi all’assunzione”. Al singolo lavoratore che intravede la possibilità di essere licenziato, invece, è bene consigliare di non farsi cogliere del tutto impreparato di fronte a un eventuale esonero.

Come prepararsi ad affrontare un eventuale licenziamento

“Esistono settori esposti a un rischio maggiore, come ad esempio il turismo, la ristorazione e il piccolo commercio – spiega Carola Adami, CEO della società di selezione del personale Adami & Associati -. Chi ritiene probabile che la propria azienda sia costretta a mettere in campo dei licenziamenti dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di sondare il mercato del lavoro, di aggiornare il curriculum vitae, di ottimizzare la propria immagine online e di intraprendere dei percorsi di aggiornamento di formazione”. Insomma, secondo la recruiter conviene prepararsi in anticipo in modo da affrontare al meglio e in modo rapido un eventuale licenziamento