World Economic Forum: Italia indietro per capacità di resilienza e ripresa

La crisi globale generata dalla pandemia da Covid-19 ha sottratto energie e ricchezze a tutte e economie mondiali. Ma nel confronto con gli altri Paesi l’Italia appare indietro nella capacità di resilienza e di ripresa dell’economia. È quanto emerge dal rapporto sulla competitività del World Economic Forum, il Global Competitiveness Report, in cui si rileva che per quanto la maggior parte dei Paesi non sia ancora pronta per la trasformazione, l’Italia è in ritardo in 9 delle 11 priorità identificate. Le 11 priorità identificate dal Wef sono state raggruppate in quattro categorie principali, l’ambiente favorevole, il capitale umano, i mercati e l’innovazione.

Le principali fragilità e carenze riscontrate in Italia

A fronte dell’eccezionalità della crisi attuale innescata dalla pandemia, quest’anno il World Economic Forum ha sospeso le classifiche tradizionali sul grado di competitività dei Paesi. Questo, “per delineare le priorità per la ripresa e il rilancio – si legge nel report – e fornire una valutazione di come i Paesi sono pronti per una trasformazione economica verso sistemi che combinano produttività, capitale umano e ambiente”. In ogni caso, tra le principali fragilità e carenze riscontrate in Italia il Wef individua investimenti in ricerca e sviluppo e in innovazione, ma anche formazione, inclusione e regime fiscale, che secondo il Wef dovrebbe diventare più progressivo.

Nessuno è rimasto indenne all’impatto del Covid

Nel report del Wef, riporta Ansa, viene evidenziato che Paesi con economie digitali avanzate, robuste reti di sicurezza sociale e solidi sistemi sanitari, hanno gestito la pandemia in modo più efficace, anche se nessuno è rimasto indenne all’impatto del Covid. “Il Wef ha incoraggiato a lungo i responsabili politici ad allargare la loro attenzione oltre la crescita a breve termine” commenta il presidente Klaus Schwab spiegando che “questo rapporto chiarisce le priorità per rendere le economie più produttive, sostenibili e inclusive quando si esce dalla crisi. La posta in gioco per trasformare i nostri sistemi economici non potrebbe essere più alta”.

L’Italia resta in coda fra i maggiori Paesi industrializzati

Tra le economie meglio preparate ci sono Svezia, Finlandia Olanda, Nuova Zelanda, Svizzera, mentre l’Italia resta in coda fra i maggiori Paesi industrializzati con un punteggio di appena 51,9 su 100. Restando in Europa, la Germania ottiene un giudizio pari a 62,9, la Francia a 62,7 e anche Spagna e Portogallo si piazzano meglio attestandosi rispettivamente su 56,5 e 56,1. Secondo il report i due aspetti in cui l’Italia è relativamente meglio preparata sono la disponibilità al quadro della concorrenza e agli incentivi a dirigere le risorse finanziarie verso investimenti e inclusione a lungo termine.