Attese e desideri sulla casa delle famiglie italiane nel 2021

Il Covid ha avuto un effetto dirompente sulle abitudini degli italiani, coinvolgendo due temi chiave del Paese, la casa e la famiglia, strettamente connessi con il welfare e il risparmio, pilastri della società. È lo scenario complesso e in divenire che emerge dal Rapporto Nomisma “La Casa e gli Italiani”, secondo cui le famiglie italiane sognano un nuovo modello di abitare. Si tratta di un modello che tenga conto dei forti cambiamenti portati dalla pandemia, ovvero l’accelerazione digitale che sta caratterizzando la collettività, una nuova domanda di socialità ma anche l’imprevedibilità che il Covid ha reso fortemente attuale. Ma i rischi di una diffusa “miopia familiare” possono portare a scelte non basate sulle reali possibilità di acquisto di una abitazione.

Ricerca di nuovi spazi, nuove modalità di lavoro e nuovi modelli di vita

“Ricerca di nuovi spazi in seguito all’isolamento forzato, nuove modalità di lavoro come lo smart working, nuovi modelli di vita e una maggiore attenzione all’ambiente: sono questi i principali effetti che il Covid ha prodotto sull’abitare – dichiara il Senatore Gilberto Pichetto Fratin, vice Ministro  dello Sviluppo Economico -. La pandemia ha evidenziato il ritorno a una voglia di proprietà nuova e diversa dal passato, dalla fase della grande inurbamento che aveva portato allo svuotamento dei piccoli centri, ma anche sottolineato le difficoltà degli anziani, dei giovani e di altre categorie”.

Ottimismo o miopia familiare?

Nonostante la più grande crisi del dopoguerra, le evidenze restituiscono una apparente “tenuta” delle famiglie italiane: solo 1 su 4 ha avuto un calo del reddito.
In questo senso è più comprensibile il perdurare di una certa “miopia familiare”, secondo cui per il 76% degli italiani ci saranno possibili difficoltà del sistema economico, ma solo per il 46% tali difficoltà potranno avere ripercussioni nel proprio perimetro familiare.
“Tale miopia, unita a una comunicazione pubblica orientata alla rassicurazione a prescindere, potrebbe non consentire una visione equilibrata e rischia di indurre molti nuclei a scelte poco razionali, in relazione alla propria condizione socio-economica, soprattutto quando per tutti arriverà il conto da pagare del debito accumulato”, osserva Marco Marcatili, Responsabile Sviluppo Nomisma.

Propensione al risparmio e intenzioni di acquisto

Sul fronte del risparmio diminuisce la quota di famiglie che non riesce a risparmiare, che passa dal 28,8% al 23,4%, con punte del 65% tra i capifamiglia con età comprese tra 35-44 anni, del 78% tra i lavoratori autonomi, del 67% tra gli imprenditori. Al contempo, il 48,2% dichiara di aver risparmiato in modo simile rispetto al passato e il 7,6% di aver accresciuto la capacità di accantonamento. 
Nomisma poi classifica il popolo dei potenziali acquirenti in tre categorie: gli “equipaggiati”, 1 milione di famiglie (3,9%) con un reddito adeguato e possono garantire una domanda in sicurezza, gli “incauti” (1,8 milioni, 7%) che presentano un reddito appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie, e gli “sprovveduti” (504 mila famiglie, 1,9%) che pur avendo una insufficienza reddituale non si fanno problemi e intendono comprare casa.