Lavoro, esiste il pericolo obsolescenza? Sì, ma non a breve

Solo il 14% dei posti di lavoro presenta un rischio di obsolescenza delle competenze nel prossimo triennio, secondo i risultati del Cegos Observatory Barometer ‘Transformations, skills and learning’. Il sondaggio annuale, condotto in 9 Paesi tra Europa, Asia e America Latina, coinvolge 5.048 dipendenti e 488 manager HR. I dati indicano che l’Intelligenza Artificiale (AI) e i big data sono considerati i principali fattori di impatto sull’organizzazione per lo sviluppo delle competenze, identificati rispettivamente dal 48% e dal 40% dei responsabili HR.

Le trasformazioni in atto avranno un impatto sulle competenze

Il 74% dei dipendenti ritiene che le attuali sfide della trasformazione tecnologica, climatica e sociale cambieranno il contenuto del proprio lavoro, con il 22% che esprime preoccupazione per la potenziale scomparsa del proprio impiego. Nonostante il 40% dei dipendenti (29% in Europa) affermi di sentirsi sopraffatto dalla tecnologia, il 79% dei lavoratori italiani esprime un sentimento contrario. Il 57% dei responsabili HR internazionali (38% in Italia) intende sostenere i dipendenti nell’aggiornamento delle competenze e nell’assunzione di nuovi profili, un aumento del 10% rispetto al 2022. Il 55% degli HR italiani considera lo sviluppo di skill per la mobilità interna e il ricollocamento come una priorità.

Occorre potenziare le digital skills

Il potenziamento delle digital skill (42%), seguito dalle soft skill (38%) e dal miglioramento delle competenze manageriali (35%), è l’obiettivo principale per gli HR. La transizione ecologica è in fondo all’elenco delle priorità. Il 63% degli HR manager prevede di utilizzare l’AI per personalizzare i percorsi formativi, ma solo il 10% l’ha già implementata. Nel complesso, il 31% dei dipendenti afferma di utilizzare o aver già utilizzato strumenti di AI generativa, come Chatgpt, per formarsi.

Necessaria la formazione continua 

Il 51% dei dipendenti si aspetta training on the job, mentre il 41% degli HR trova difficoltà nel conciliare l’offerta formativa con le esigenze dell’organizzazione. Nonostante ciò, il 47% degli HR intende offrire una formazione più personalizzata. L’85% dei dipendenti è aperto all’idea di una completa trasformazione di carriera per dare più significato alla propria vita professionale, e il 76% sarebbe disposto a partecipare a percorsi formativi al di fuori dell’orario di lavoro.

Alessandro Reati, HR Business Practice Leader di Cegos Italia, sottolinea l’importanza di adattare le competenze alle sfide della trasformazione digitale. L’AI è vista come una leva organizzativa, ma è necessario usarla al meglio per amplificare l’impatto della formazione nei processi aziendali. La ricerca di significato nel lavoro è crescente, e la formazione deve essere concreta, applicabile e generare integrazione e inclusione sociale.