La moda italiana è sempre più green

La pandemia da Covid-19 e la preoccupazione relativa al cambiamento climatico hanno stimolato le aziende italiane del settore della moda a riclassificare le proprie priorità. L’89% delle aziende ora infatti investe in sostenibilità, il 45% in più rispetto al 2020. Dal canto loro, i consumatori, hanno sviluppato maggiore sensibilità al tema della sostenibilità, con la domanda di capi second hand, ad esempio, aumentata del 45% nel periodo compreso tra novembre 2019 e febbraio 2020. Anche la moda, insomma, diventa sempre più green e sostenibile. È quanto emerge dal report su Moda e Sostenibilità di Cikis, società che aiuta le aziende della moda ad attuare strategie e piani operativi sostenibili.

Aumenta la richiesta da parte del mercato

Più in particolare, l’analisi ha coinvolto 47 brand e 53 aziende della filiera con interviste. Si tratta di aziende che dichiarano un fatturato superiore a un milione di euro, quelle che più probabilmente dispongono delle risorse economiche necessarie per poter effettuare investimenti concreti in sostenibilità. Di fatto, la crescita degli investimenti nell’ambito della sostenibilità si deve soprattutto all’aumento di richieste da parte del mercato. Benché gli investimenti che denotano maggiore consapevolezza siano ancora pochi, il 53% delle aziende dichiara di investire in sostenibilità per ragioni di competitività, e circa il 20% per rispondere alle richieste dei consumatori.

Cambiare packaging e comunicazione non basta

Il Report evidenzia diversi livelli di impegno in sostenibilità, in base al numero delle pratiche intraprese e alla loro rilevanza. “Il cambiamento di packaging e di comunicazione, ad esempio, se non associato ad altre misure, ha scarso peso sull’impatto ambientale complessivo – spiega Serena Moro, Founder di Cikis -. Rispetto al 2020, quando molte aziende citavano come pratica di sostenibilità implementata l’esclusiva sostituzione del packaging con alternative più sostenibili, quest’anno nessuna azienda ha dichiarato di aver implementato esclusivamente questa misura”.

Il rischio è di incorrere nel greenwashing 

“Inoltre, dalla nostra analisi emerge che alcune aziende, circa il 20%, sottovalutano il proprio impegno, mentre altre, il 25%, lo sopravvalutano, rischiando di incorrere nel cosiddetto fenomeno del greenwashing”, continua Moro. Quello ambientale non è tuttavia l’unico aspetto rilevante. In seguito all’emergenza Covid-19 la tutela delle persone e il welfare aziendale sono diventati requisiti sempre più richiesti da parte dei consumatori. E rispetto all’anno scorso le aziende che stanno lavorando su aspetti sociali sono aumentate del 150%. In ogni caso, le aziende che si avvalgono di un esperto esterno per diventare più sostenibili riescono a raggiungere livelli elevati di sostenibilità con maggiore facilità. E a posteriori, percepiscono meno il problema dei costi.