Mondo attuale e diseguaglianze: cosa serve per una società più equa?

Le disuguaglianze sono una realtà sempre più evidente nelle società contemporanee, rappresentando una disparità significativa nelle opportunità, risorse e diritti tra individui e gruppi. Questo problema riveste una grande importanza sociale ed economica, e richiede una particolare attenzione. Per comprendere meglio l’ampliarsi delle disuguaglianze, i suoi effetti e le ripercussioni sulla coesione sociale e il disagio, Ipsos ha avviato il ciclo di studi chiamato Ipsos Equalities Index. Si tratta di un’indagine a livello internazionale che esplora la percezione delle persone sulle disuguaglianze e le discriminazioni subite da diversi gruppi, valutando i progressi compiuti e individuando le strategie per rendere la società più equa.

Le disuguaglianze sociali sono le più condivise

L’obiettivo principale di questa iniziativa è monitorare continuamente le dinamiche nel corso del tempo. Vediamo i principali risultati emersi. L’Indice Ipsos sulle Disuguaglianze si concentra principalmente sulle disuguaglianze sociali, ovvero quelle legate alle differenze di posizione sociale e al trattamento ricevuto in base a caratteristiche personali o di gruppo, come genere, etnia, religione, orientamento sessuale, identità di genere e abilità. Nei 33 Paesi presi in esame, in media il 52% delle persone considera le disuguaglianze un problema importante da affrontare (stessa percentuale registrata anche in Italia).

Disabili e donne le categorie che subiscono più discriminazioni

Tra i gruppi ritenuti più discriminati, le persone con disabilità fisica sono considerate quelle che subiscono la maggior discriminazione. Seguono le donne, le persone con disturbi mentali e quelle appartenenti alla comunità LGBT+. In Italia, le donne e le persone appartenenti alla comunità LGBT+ sono indicate come le più discriminate, seguite da coloro con disabilità fisica e gli immigrati.

I Gen Z i più sensibili alle disuguaglianze

L’Ipsos Equalities Index ha rivelato che la Generazione Z (nata tra il 1996 e il 2012) è la generazione più sensibile alle disuguaglianze rispetto alle precedenti. Ogni generazione successiva ha maggiori probabilità di considerare le disuguaglianze un problema importante nel proprio Paese rispetto a quella precedente. Gli “Baby Boomer” (nati tra il 1945 e il 1965) sono l’unica generazione in cui la maggioranza assoluta non ritiene le disuguaglianze un problema molto serio da affrontare. Le persone più giovani stanno gradualmente abbandonando l’idea del “se vuoi puoi” e diventano sempre più scettiche riguardo all’idea di vivere in una società meritocratica. Credono che i fattori strutturali siano più determinanti per il successo nella vita, rispetto al proprio controllo diretto. La Generazione Z è anche incline a pensare che una società veramente giusta sia basata sul principio di equità, riconoscendo che non tutti partono dallo stesso punto e che occorre apportare modifiche agli squilibri.

I giovani (e i benestanti) i più “evoluti”

Tuttavia, ci sono alcune eccezioni degne di nota riguardanti l’ageismo e il genere. I più giovani sono meno propensi a considerare gli anziani un gruppo discriminato, anzi, la Generazione Z ritiene che i giovani siano trattati peggio degli anziani. Inoltre, i più giovani sono meno propensi a credere che le donne siano ancora discriminate, indicando una crescente sensazione che gli uomini siano trattati ingiustamente. Un risultato sorprendente è che le persone più ricche e istruite sono quelle più sensibili alle disuguaglianze. Non solo riconoscono il problema, ma sostengono che si debba fare di più per combattere le disuguaglianze. Le persone più abbienti sono anche più propense a ritenere giusto garantire un accesso equo alle risorse e alle opportunità per tutti.