Per gli italiani Internet è un diritto di tutti

Per l’88,7% degli italiani la connettività è un diritto sociale, come la sanità o la previdenza, e per l’80,8% (84,5% giovani) l’accesso alla rete dovrebbe essere gratuito. I contrari sono il 19,2%.
Inoltre, la copertura dei costi dovrebbe avvenire per mezzo di un contributo dei grandi generatori di traffico, come Google e Meta (46,2%), e dovrebbe essere posta a carico della fiscalità generale (34,6%). A quanto emerge dal 3° Rapporto sul valore della connettività in Italia realizzato dal Censis in collaborazione con Wind Tre, a chiedere una partecipazione economica delle Over The Top per la copertura dei costi sono soprattutto i giovani (51,3%) e i laureati (49,8%).

In Italia il costo di accesso è più basso

Nel 2022, anno caratterizzato da alta inflazione, i prezzi generali al consumo sono aumentati dell’8,7% rispetto al 2021, mentre l’indice dei prezzi delle telecomunicazioni è diminuito del 3,3%.
Confrontando il costo medio di un gigabyte di traffico dati su rete mobile nei Paesi del mondo nel 2022 l’Italia presenta il valore più basso, inferiore del 47,3% rispetto alla Francia, -80,0% rispetto alla Spagna, -95,5% rispetto alla Germania, -97,9% rispetto agli Stati Uniti. Tra il 2019 e il 2022 in Italia il costo medio di un gigabyte di traffico dati su rete mobile si è ridotto del 93,0%, in Francia dell’81,3%, in Germania del 61,7%, negli Stati Uniti del 32,6%, mentre in Spagna è aumentato del 7,0%.

I rischi online

Il 94,7% degli italiani associa a internet alcuni rischi da cui difendersi. Il pericolo principale (46,2%), è la possibilità di cadere vittima di crimini informatici, seguito dal libero accesso al web dei minori (22,2%), l’azione degli haters (14,2%), l’insorgere di una dipendenza dai dispositivi digitali (12,1%).
Una conferma indiretta degli elevati rischi per i minori che navigano nel web proviene dai dati relativi all’azione delle Forze dell’ordine: nel 2022 sono stati 2.622 i siti web illegali oscurati perché contenenti immagini di violenze su bambini, e da gennaio-marzo 2023 sono state indagate per pedopornografia 299 persone.

L’Intelligenza Artificiale va regolata

Oggi il giudizio degli italiani sull’Intelligenza Artificiale resta molto cauto. Il 46,3% la considera un’opportunità, il 37,6% una minaccia, il 16,1% non sa che cosa pensare. I giudizi sull’impatto dell’AI sono più positivi tra giovani (55,3%) e laureati (59,2%). Del resto, l’81,6% degli italiani ritiene urgenti leggi chiare e regolamenti precisi per evitare che lo sviluppo delle tecnologie digitali metta nelle mani sbagliate strumenti molto potenti. Solo l’8,4% è contrario. Sul rischio apocalittico che l’AI si emancipi dagli umani e inizi a operare in autonomia, gli italiani si dividono tra chi la ritiene un’ipotesi plausibile (38,4%), chi impossibile (40,1%) e chi non ha un’opinione in merito (21,5%).